FESTIVAL SANTARCANGELO DEI TEATRI, 24, 25, 26 GIUGNO 2005

venerdì 24 Giugno , ore 22:15 | Il Lavatoio

Hopper Mode

Circo Bordeaux | Roma

scritto e diretto da Marco Andreoli
con Anna Amato, Tommaso Cardarelli, Manuela Congia, Michele Riondino,
Cristiana Vaccaro
costumi Fabrizio Timo
contributi audio e video Mirko Perri
consulenza musicale Fabio Bettini

Circo Bordeaux
c/o Marco Andreoli
via R. Lepetit, 227
00155 Roma
cell. 338 8541737
marco_andreoli@libero.it
circobordeaux@yahoo.it
www.circobordeaux.it

Edward Hopper (1882-1967) è forse, insieme a Francis Bacon, il maggiore pittore del Novecento. I suoi temi preferiti sono la solitudine e le finestre. Ha dipinto come nessun altro il silenzio, i tempi morti, le strade deserte, le attese. Le sue immagini sono assolutamente normali, ma anche assolutamente incredibili; e questa, dirà qualcuno, non è solo una chiave per la sua pittura, ma per la vita intera. Di lui Clement Greenberg ha scritto: «È semplicemente un cattivo pittore. Ma se fosse un pittore migliore probabilmente non sarebbe così grande».
L’idea di usare la struttura narrativa dei quadri di Hopper per dar vita a un progetto teatrale nasce da un approccio del tutto naturale: abbiamo guardato, osservato i suoi dipinti uno dopo l’altro, con estrema calma, con sufficiente attenzione; e poco a poco quelle immagini si sono sovrapposte reciprocamente, come se avessero in comune non soltanto l’autore, ma perfino l’odore, l’aria, i suoni. Il copione e la messa in scena di Hopper Mode prendono vita in questo modo, essendo quasi il risultato di una dettatura sin-estetica. Sussurrata.
Hopper Mode è dunque una sorta di lettura alternativa e personale dei quadri di Edward Hopper. È il tentativo di trascrivere i dialoghi dei personaggi dipinti, le loro azioni, i contesti in cui vivono. È lo studio parziale e opinabile di uno stato d’animo comune e inesplicabile. Nessuna vera storia; o meglio: una storia che sta intorno allo spettacolo, che lo segna, lo muove, lo agita senza mai entrarvi veramente. Quello che Hopper ha lasciato fuori dai quadri, resta fuori anche dal nostro spettacolo.
Il contesto è quello di un’America anni sessanta, reinventata, copiata dai film, banale e perbenista, tra King e Cheever, tra Fitzgerald e Roth, intenta a rispondere ai suoi sensi di colpa con, sullo sfondo, tutti i feticci più famosi e contraddittori: l’allunaggio, l’Happy Birthday di Marilyn, l’omicidio di JFK.Ma Hopper Mode rappresenta anche e soprattutto un lavoro sulla struttura. Le leggi geometriche che regolano le linee, i confini, le prossemiche, i “quadri”, vengono qui interpretate e utilizzate come effettive leggi morali di un microcosmo sociale potenzialmente spaventoso.
Durante lo spettacolo gli spettatori avranno la possibilità di seguire, in tempo reale, ciò che avviene in una non meglio precisata località del nord-est americano. Una webcam fissa, infatti, riprenderà e invierà in teatro lo scorrere del tempo in uno spazio vivo; uno spazio scelto, replica dopo replica, proprio nell’ambito del contesto geografico e sociale dipinto da Hopper.
Hopper Mode racconta una morte. Vedere scorrere la realtà, la normalità, a prescindere da quella morte, oggi, seduti a teatro, crediamo mostri perfettamente il senso e il motore del nostro lavoro.
L’attentato al World Trade Center – è bene dichiararlo fin da subito – non c’entra niente con Hopper Mode. Naturalmente l’America che, a sua insaputa, proiettiamo in teatro è anche l’America del dopo 11/9. Ma si tratta, tutto sommato, di un dettaglio. Ciò che più ci preme è mettere in scena, sulla superficie di un palcoscenico nostrano, un evento lontano nel tempo e nello spazio; dando conto non solo di quella lontananza; ma anche dell’inevitabile indifferenza che ogni normalità deve presupporre.

Circo Bordeaux
Il gruppo teatrale Circo Bordeaux è nato alla fine del 1999 ed è composto, in buona parte, da ex-allievi diplomati dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico.
Sin dall’inizio, l’intento dichiarato del gruppo è stato quello di sviluppare il proprio percorso sulla base di un repertorio originale e sulla ricerca di linguaggi nuovi.
Nel gennaio 2000, Circo Bordeaux porta in scena il suo primo spettacolo, L’America; l’estate seguente lo spettacolo raggiunge la finale del concorso nazionale per attrici La parola e il gesto (Imola); il testo, tra l’altro, permette all’autore Marco Andreoli di partecipare al workshop 2000 organizzato dalla Scuola Holden di Torino per Zone Attive. Comincia in quel contesto la collaborazione con il drammaturgo Francesco Silvestri.
Nel giugno dello stesso anno debutta Cento. Tratto da un epitaffio di Lee Masters, pensato per spazi ridottissimi, Cento sfrutta la sua forma per entrare in aree davvero alternative. È il nostro cavalluccio di battaglia. Tra l’altro è stato visto al Classico Village, da Anticaja e Petrella, al Blackgull, alla SCOLA occupata di via Sabelli, al Festival Hic et Nunc di Villa Mercede. Nell’estate 2003 si è aggiudicato il primo premio al concorso Espressioni – I simboli dello sport, promosso dalla Regione Lazio.
Nel 2002 Circo Bordeaux presenta, presso il teatro Furio Camillo di Roma, Mezzanotte, una riscrittura della fiaba di Cenerentola, rivista contro ogni previsione; e, naturalmente, contro Walt Disney.
Nell’autunno dello stesso anno debutta Mogano, la storia di un uomo costretto a vivere con il cadavere del suo rivale in amore.
Nel 2004 è la volta di Compendio Generale, lavoro sulla follia del passato, che si è aggiudicato l’ultima edizione del concorso Espressioni.
Il 3 giugno 2004 è stata costituita formalmente l’Associazione Culturale Circo Bordeaux.
Parallelamente al lavoro di compagnia, molti dei componenti del Circo Bordeaux hanno insegnato teatro in vari istituti superiori, sviluppando e perfezionando un metodo di lavoro che, nelle scorse stagioni, ha permesso la felice realizzazione di spettacoli quali Don Giovanni (Sala Petrolini), Il Visconte Rambaldo (Teatro Duse), Specchio delle mie trame (Teatro della Villa). Oltre ai laboratori di teatro, da circa tre anni Circo Bordeaux lavora nelle scuole con alcuni progetti originali, come il Laboratorio di Scrittura Drammaturgica (grazie al quale è stato prodotto il testo Romeo e lo specchio, vincitore del premio nazionale Arteven) e il programma di Storia del Teatro Recitata.