Lo spettacolo

“Scusate se non siamo morti in mare”
Cartello esposto da alcuni immigrati durante una manifestazione a Lampedusa

Un viaggio che è miraggio e incubo.
Un varco di fronte al quale si perde e si guadagna speranza.
In un futuro non troppo lontano l’aggravarsi della crisi economica ha trasformato l’Europa in un continente di emigranti. I cittadini europei, alla ricerca di un lavoro e di un futuro migliore, cercano di raggiungere clandestinamente i nuovi paesi “ricchi”. Il mezzo più diffuso per l’espatrio è il container: i clandestini salgono a bordo, pagano mille dollari alla partenza e mille all’arrivo, senza sapere la meta.
I personaggi di questa storia sono quattro e non hanno nome, sono identificati dalle loro caratteristiche fisiche: il Robusto e l’Alto sono due europei, la Bella è una ragazza nordafricana costretta a emigrare di nuovo e il Morbido è il trafficante di esseri umani proprietario del container.
Il viaggio sarà duro: la fame, la sete, il mare, la paura, la morte…

La compagnia

Scusate se non siamo morti in mare nasce da un’idea di Pablo Solari (regista diplomando presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, fondatore dell’Associazione Culturale Arte Combustibile) ed Emanuele Aldrovandi (drammaturgo, diplomato presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, Premio Riccione “Tondelli” 2013 e Premio Pirandello 2012).
L’idea viene proposta a un gruppo di attori con una buona base di esperienza alle spalle: Matthieu Pastore (diplomato presso la scuola del Piccolo Teatro, Premio Hystrio 2012),
Davide Giordano (diplomato presso l’Accademia Nazionale d’Arte drammatica Silvio D’Amico, Premio Scenario Infanzia 2012), Luz Beatriz Lattanzi (diplomata presso l’Accademia dei Filodrammatici) e Marcello Mocchi (diplomato presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi).