ZONA FRANCA - FESTIVAL DI CREAZIONI ARTISTICHE PER UN PUBBLICO GIOVANE, Parma, 16 / 17 novembre 2006

giovedì 16 Novembre , ore 15:00 | Teatro al Parco

Taniko

un progetto di rappresentazione didattica e interattiva per le nuove generazioni

| età: dagli 8 agli 14 anni

Antonio Calone | Napoli

interpreti Alessandra Asuni, Luca Di Tommaso, Giovanna Giuliani, Nicola Laieta, Margherita Vicario
costumi Marianna Carbone
maschere Willy Mancel
aiuto regia Virginia Coccia, Ilaria Masiello
drammaturgia e regia Antonio Calone
percussioni e scenografia Nicola Laieta, Antonio Calone

Antonio Calone
Discesa Sanità, 26 – 80136 Napoli
cell. 329 2758894
totonnos@hotmail.fr

Progetto vincitore Premio Scenario Infanzia 2006

Motivazioni della giuria
In un tempo lontano gli dei scesero sulla terra convinti che il mondo potesse essere salvato dai piccoli uomini. Il progetto rilegge in modo originale la lezione del teatro didattico brechtiano per derivarne un meccanismo scenico implacabile, costruito su una molteplicità di piani narrativi e sorretto dall’alta qualità dell’interpretazione.
Il pensiero dialettico è messo concretamente in azione attraverso il ruolo attivo assegnato ai giovani spettatori, che sperimentando il gioco del teatro si confrontano con i grandi temi della convivenza sociale e della democrazia partecipata.
Il rigore formale si apre all’ironia e al divertimento, mentre allo spettatore è affidata la soluzione di un conflitto drammatico che supera i confini della scena per parlare delle lacerazioni del mondo reale.

Il progetto

Siamo in Estremo Oriente, in un tempo lontano, probabilmente quello delle favole che cominciano con “c’era una volta”. Myo-o il dio del fuoco, Gigaku il dio della danza e Gioja il dio della saggezza stanno partendo per la terra. Essi sono perplessi perché, sebbene laggiù le cose vadano malissimo, gli uomini non fanno niente per migliorarle. In particolare, essi si ostinano ad applicare le leggi che gli dei avevano dato loro all’origine del mondo senza capirne più lo spirito, e le riducono così a norme crudeli e prive di senso. Ci vorrebbe qualcuno tra i mortali che avesse il coraggio di mettere in discussione quelle leggi obsolete e la forza per proporne di nuove… ma è impossibile trovarlo tra gli adulti, ormai assuefatti alla realtà. Quest’uomo nuovo non può che essere un bambino. Così essi si materializzano davanti alla platea dei piccoli uomini del pubblico per chiedere aiuto. I tre dei spiegano ai bambini che dovranno partecipare in incognito alla storia di Matsuwaka, un bimbo giapponese che tra breve sarà confrontato personalmente alla crudeltà della Grande Legge e che, con qualche piccolo intervento degli dei, e soprattutto con la complicità dei piccoli del pubblico, riuscirà a cambiarla…
La favola è ispirata a un dramma Noh giapponese del XV sec., Taniko o il rito della valle, dal quale Bertolt Brecht nel 1929 trasse Il Consenziente. Raccogliendo le reazioni dei giovani spettatori delle scuole tedesche, Brecht aggiunse una seconda parte, il Dissenziente, trasformando così la sua opera in un dittico dal forte sapore didattico e dialettico. Mentre nel Consenziente, così come nell’originale giapponese, il ragazzino segue la Grande Legge per non essere di peso alla collettività, nel Dissenziente egli non è d’accordo con la tradizione, e propone agli amici di introdurre una nuova usanza, quella di riflettere ogni volta che una situazione nuova e diversa si presenta, piuttosto che applicare ciecamente una linea di condotta che non è più d’attualità e della quale non si comprendono le ragioni profonde.
Ripercorrendo il cammino di Brecht vorremmo presentare la storia di Taniko ai ragazzi italiani di oggi con un dispositivo di Teatro Forum, che ponga l’interattività attori-spettatori al centro del lavoro. Ma non con un semplice dibattito alla fine dello spettacolo: la rappresentazione sarà interrotta da alcuni stop in momenti chiave, durante i quali i tre dei chiameranno in causa i ragazzi, chiedendo loro di prendere posizione e di formulare molto concretamente delle ipotesi alternative di svolgimento della vicenda. La favola, infatti, riesce in un modo formidabile a mettere in luce una serie di contraddizioni, tra il bene individuale e quello collettivo, tra la libertà di una scelta e la responsabilità che essa comporta, tra pulsioni sentimentali e decisioni razionali e, in definitiva, tra materialismo e fatalismo. Alla fine della storia, il Matsuwaka risorto non sarà l’attore, ma un bambino del pubblico, che, insieme ai suoi compagni, proporrà la nuova legge.
Si tratta di un esperimento mirato a collaudare le basi di un funzionamento sociale partecipativo e attivo applicato a tematiche grandi e universali. La formazione alla democrazia partecipativa è assente oggi dall’universo educativo dei ragazzi, le cui capacità di riflessione vengono troppo spesso sottovalutate. Imparare attraverso la pratica, trarre insegnamento dall’esperienza per evitare di commettere ancora i medesimi errori, riconoscendo la vanità dell’azione individuale quando essa è isolata, anche se eroica, al di là di conformismi di qualunque segno. Ci proponiamo con questo progetto, senza dubbio ambizioso, di lanciare un sasso nello stagno, senza moralismo ma con entusiasmo e leggerezza, con lo spirito di chi, insieme a dei bambini, desidera interrogarsi sull’infanzia dei meccanismi della convivenza umana.

La compagnia

Non si tratta ancora – lo diventerà con questo spettacolo – di una compagnia costituita, ma di un gruppo di persone incontrate nel corso della formazione e delle esperienze lavorative del regista, e riunitesi, per affinità d’interessi e di scopi, attorno a questo progetto.
Antonio Calone è nato a Napoli. Ha seguito gli studi musicali presso il conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli e gli studi universitari in arti dello spettacolo, specializzandosi in drammaturgia e regia, presso l’Università di Nanterre-Paris X. Vive e lavora tra Napoli e Parigi. A Napoli collabora stabilmente col Libera Scena Ensemble, presso il Teatro Area Nord di Piscinola. In particolare, sotto la direzione di Renato Carpentieri, partecipa come regista alle edizioni 2001, 2003 e 2005 di Museum, Sale teatrali per un museo mentale. Arricchisce la sua esperienza partecipando a stages (recentemente con Yoshi Oïda e Marco Baliani), collaborando occasionalmente col Teatro Stabile di Napoli e con lo Studio Théâtre di Vitry sur Seine (Parigi) e tenendo laboratori di teatro per ragazzi (nel 2006 presso una scuola media nella periferia di Napoli, con allievi a rischio di dispersione). Dopo diverse esperienze di aiuto regia, in particolare con Carpentieri, Guy Delamotte, Françoise Delrue, e di collaborazione alla drammaturgia, soprattutto con Jean Jourdheuil, si dedica a progetti propri, consacrando un’attenzione particolare all’approccio teatrale e all’adattamento di testi narrativi. In questo modo attraversa la scrittura di G. Ritsos, J. Joyce, R. Roussel, Kleist, R. Akutagawa, Petronio. L’incontro con gli universi di Bertolt Brecht e Heiner Müller segna i suoi ultimi anni di attività, concretizzandosi soprattutto nello spettacolo La Misura del Cambiamento presentato a Napoli nel 2005.
Alessandra Asuni è nata a Cagliari. Diplomata in arte drammatica presso la scuola Akròama, ha seguito a Parigi corsi tenuti da Jean Paul Denizon e Tapa Sudana (collaboratori di Peter Brook). Ha studiato con Rena Mirecka. Ha preso parte a spettacoli di Cristina Pezzoli, Rossotiziano, Cossia-Di Florio-Veno, Fortunato Cerlino, e a una produzione di G. Barberio Corsetti.
Luca Di Tommaso è nato a Napoli. Ultimati gli studi universitari in filosofia, concilia attualmente l’attività teatrale con il lavoro di dottorato di ricerca in semiotica all’università di Siena. Si è formato presso la scuola di mimo e teatro di Michele Monetta. Ha seguito seminari e stages, in particolare con Marco de Marinis, Peter Clough, Davide Enia, Danio Manfredini.
Giovanna Giuliani è nata a Bari. Formatasi inizialmente in danza, si dedica al teatro trasferendosi a Napoli dove frequenta diversi stages e laboratori (Pasquale Amato, Umberto Serra, Danio Manfredini, Vincenza Modica, Alfonso Santagata, Nelja Vecksel, Werner Waas) e gravitando intorno allo spazio Bardefé. Ha preso parte a spettacoli diretti da Andrea De Rosa, Mario Martone, Luciano Saltarelli, Anton Milenin. Al cinema è diretta da Martone, Calopresti, Mariano Lamberti, Sandro Dionisio e partecipa a diversi cortometraggi. Nel marzo 2006 mette in scena in forma di fiaba, per un pubblico di bambini dai 4 ai 12 anni, il racconto Il Monaciello di Napoli di Anna Maria Ortese.
Nicola Laieta è nato a Napoli. Intraprende l’attività teatrale presso il laboratorio Bardefé diretto da Umberto Serra. In seguito collabora, per il cinema e il teatro, con Enzo Moscato, Mario Martone, Paolo Sorrentino, Massimo Lanzetta e la compagnia LiberaMente. Nel 1998 è tra i fondatori della compagnia Babbaluck, con la quale realizza gli spettacoli Core e Stupìdo per la regia di Sergio Longobardi. Si dedica al teatro ragazzi prima collaborando con Giovanna Facciolo, poi raccontando fiabe ai bambini raccolti nei cortili. Negli ultimi anni si dedica all’attività di intervento sociale in periferia, utilizzando il teatro come strumento di pedagogia, con il gruppo Maestri di Strada guidato da Cesare Moreno e Marco Rossi Doria.
Margherita Vicario è nata a Napoli. Ultimati gli studi in lettere moderne, nel 2003 frequenta il corso di recitazione del LiberaScenaEnsemble di Renato Carpentieri e da allora entra a far parte della compagnia assumendo diversi incarichi. Come attrice è diretta R. Serao e G. Pisano e Renato Carpentieri.