giovedì 4 settembre, ore 19.00 | DAMSLab/Teatro
Pigiama Party

creazione Antonio “Tony” Baladam, Rebecca Buiaforte
drammaturgia e regia Antonio “Tony” Baladam
interpreti Alessia Sala, Giacomo Tamburini, Antonio “Tony” Baladam
coproduzione Teatro Gioco Vita, La Piccionaia
Compagnia segnalata del Premio Scenario 2021 e Premio Scenario infanzia 2022
Giovedì 4 settembre, ore 19.00 | DAMSLab/Teatro
Ingresso gratuito con prenotazioni dal 25 agosto su eventbrite.it. I posti prenotati saranno garantiti fino all’ora dell’evento.
In caso di posti ancora disponibili: ingresso libero fino ad esaurimento, con apertura di lista d’attesa a partire dalle 18.30.
Pigiama Party è un meccanismo comico perfetto e paradossale, che racconta i nostri tempi parlando apparentemente di tutt’altro.
Pigiama Party è uno spettacolo in cui si parla di uno spettacolo che non esiste, dando per scontato che tutte le persone in sala l’abbiano visto.
Il progetto nasce da una ricerca sul rapporto tra finzione e realtà nel nostro mondo iperdigitalizzato e analizza alcune derive malsane della comunicazione contemporanea, in un periodo storico in cui la massiccia presenza di informazioni inutili, false e contraddittorie (infodemia) ha trasformato l’era dell’informazione alla portata di tutti in un inferno di sovrastrutture identitarie e verità fittizie, in cui diventa sempre più difficile attivare una propria interpretazione personale non strumentalizzata.
Pigiama Party è un’opera iperdiramata in cui finzione e realtà si mescolano e perdono di significato, in un marasma di immaginari e parole in cui l’ironia complessa diventa l’unico strumento utile di interpretazione della realtà.
Il Collettivo Baladam B-side, fondato nel 2021 a Bologna dal regista e linguista Antonio “Tony” Baladam e dalla poeta e semiologa Rebecca Buiaforte, si occupa di teatro contemporaneo, performance, teatro ragazzi, danza, laboratori di narrazione 3.0 e podcasting, ponendo alla base del lavoro una ricerca multidisciplinare che spazia tra linguistica, semiotica e sociologia. I progetti sono declinati attraverso il “Sistema dell’Antiritualità” un metodo teatrale originale che prevede una decostruzione costante degli stilemi e dei rituali della rappresentazione, ricercando forme nuove di annullamento delle mediazioni. Lavora soprattutto sulla relazione tra identità, cultura e capitale, e utilizza l’ironia complessa come costante filtro interpretativo della realtà.
Come diceva Roland Barthes, caricando il suo fucile: “Ogni immaginario collettivo buono, è un immaginario collettivo morto”. Di questa frase, in realtà elaborata da noi, abbiamo fatto il mantra della nostra ricerca e del nostro metodo.