FESTIVAL SANTARCANGELO DEI TEATRI, 27, 28, 28 Giugno 2003

venerdì 27 Giugno , ore 00:00 |

Arrabat

progettoÀïshA | Modena

di e con Amal Oursana e Samir Oursana
collaborazione Ahmed Bekkar, Francesco Rossetti, Julieta Talamonti

progettoÀïshA
via Due Canali Nord 247 41100 Modena
tel. 349 0707175
oursana@katamail.com

Segnalazione speciale Premio Scenario 2003

Motivazione della Giuria
Arrabat porta in scena con straordinaria leggerezza e poeticità la condizione della seconda generazione di immigrati in Italia.
Attraverso brevi flash, dialoghi spezzati, intensi momenti coreografici, uso surreale e inventivo di poveri oggetti quotidiani, viene messo progressivamente in luce il tema dell’identità, personale e collettiva,
di chi in Italia vive da tempo, identità mutante e che chiede allo spettatore e al pubblico di cambiare punti di vista e incrinare stereotipi.
Arrabat si pone come momento importante di una nuova cultura teatrale capace di recepire forme, spazi, modi, poetiche dello stare in scena che, nati fuori dalla cultura europea,
sanno oggi raccontarci con precisione, crudeltà e leggerezza la nostra condizione meticcia”.

Arrabat
Un raggio di sole a Rabat. Non è ancora arrivato il buio. Non so cosa voglia dire questo.
I jinn mi suggeriscono le parole all’orecchio. Loro conoscono il mio cuore meglio di me.
Non a caso nella cultura araba si dice che i poeti siano posseduti dai jinn. Quello che scrivono e dicono è frutto di una malattia, che fa gravitare i loro cuori. Talvolta minacciano l’equilibrio della “Umma”, talvolta mettono a rischio la propria vita, ma non sono cattivi.
Uso mie logiche, che solo qualche volta trovano corrispondenza con la realtà.
Ho idee legate a sensazioni, sulle quali respiro. Porto i giorni fuori da me, con un fare che trova forza solo quando si specchia in queste idee.
Ho un’idea alterata e positiva di Dio, che talvolta mi esclude dall’essere musulmana, ma ci sono vicina. Ho tolto e aggiunto troppe cose.
Qualcuno soffre in Occidente. Qualche centinaia di musulmani intellettuali e, assieme a loro, migliaia di figli di immigrati. Ho sentito che vogliono dichiarare il loro modo di essere.
“Lei dice, in Occidente le cose si intrecciano le une alle altre finché nulla si muove. Ma lei crede al viaggio, dice che il viaggio è fatto per mettere disordine. Passa veloce, si ferma nei caffè, guarda l’esterno illuminato troppo violentemente. In Occidente, tutto è illuminato, tutto è detto, nulla resiste alla luce. Stando alle voci, vaneggia per giorni e giorni. Incontra degli uomini, la loro storia è miserevole, ma gli appartiene. Si chiudono nelle toilettes per attraversare le frontiere. Ma lei insiste, si mantiene nel mezzo, nella zona a rischio, come una ladra. Resta a lungo immobile, mette alla prova il suo equilibrio.” (Da uno scritto di Selim Nassib)

progettoÀïshA
Il progettoÀïshA ha preso vita due anni fa, a Modena, con le energie di Amal Oursana, Samir Oursana, Francesco Rossetti e il sostegno del Centro Stranieri del Comune di Modena. Il primo anno ha messo in scena una favola marocchina e un racconto di immigrazione. Con Arrabat affronta in modo personale lo stato della seconda generazione.
Amal ha venticinque anni, è nata in Francia, ha vissuto in Marocco fino all’età di undici anni. Vive in Italia dal 1989. Ha appena pubblicato un racconto, Casawi a Rimini, per il premio Eks&tra 2003.
Samir ha un anno e mezzo più di Amal e ha cambiato lavoro un sacco di volte. Entrambi ritengono decisivo per la loro formazione il lavoro affrontato negli stage di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni.
Il lavoro per Arrabat ha coinvolto diverse altre persone: Ahmed Bekkar, che conosce la figura di Giufà e la tradizione teatrale dei venditori di Marrakech; Jamal Ouassini, musicista tangerino e massimo conoscitore in Italia di musica arabo-andalusa; Abdoulatif Aboukassem, che suona la derbouka; Oussama Elkarrichi, musicista-avvocato e collaboratore di Nour-Eddine Fatty.