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venerdì 15 Giugno , ore 17:00 | Casa del Teatro

Per me l’uomo nero è la strage

Cecilia Ghidotti | Bologna

di e con Cecilia Ghidotti

Cecilia Ghidotti
via dei Giudei, 10 – 40126 Bologna
cell. 339 4787188
gnomobolero@libero.it

Mi chiamo Cecilia, sono nata a Brescia nel 1984, dieci anni dopo la strage di Piazza della Loggia. Da sempre la memoria di quell’evento ha fatto parte del mio vissuto […].
Ho sentito l’urgenza di parlare di Piazza della Loggia perché, nella mia esperienza, la piazza rappresenta l’intersezione tra luogo simbolico, che richiama alla mente la strage e altre stragi, e luogo fisico, agito e vissuto in prima persona. Tutte le volte che sono stata in piazza, che ho bevuto alla fontana, che sono andata a manifestare, che ci sono passata per caso con l’occhio attento alle vetrine, ho percepito l’esistenza di un duplice livello che collegava ciò che stavo vivendo in quel momento agli avvenimenti che compongono la storia d’Italia degli ultimi quarant’anni.
Questo è stato il punto a partire dal quale ho tentato di organizzare la molteplicità di informazioni e suggestioni su Piazza della Loggia, stimolata e aiutata dal testo di Giancarlo Feliziani, Lo Schiocco. Storie dalla Strage di Brescia.
Tre sono i filoni tematici su cui mi sono mossa:
– la storia del mio rapporto con Piazza della Loggia e con la strage;
– la ricostruzione dell’iter processuale;
– la storia delle persone che erano in piazza.
Il punto di partenza della narrazione è una manifestazione dello scorso settembre nella quale il comitato “Verità per Aldro” ha chiesto l’apertura di un processo per la morte di Federico Aldrovandi, ucciso a Ferrara dalle forze dell’ordine nel settembre 2005 in circostanze ancora oscure. Il legame tra Piazza Castello a Ferrara e Piazza della Loggia a Brescia è quello tra una generazione che è costretta per la prima volta a chiedere giustizia allo Stato (Federico Aldovrandi aveva diciotto anni e buona parte del comitato è formata da amici suoi coetanei) e chi ormai da trent’anni pone strenuamente alla giustizia le stesse domande.
La parte del vissuto biografico prende spunto da una memoria per immagini che a vario titolo si collegano alla piazza e alla strage, istantanee che raccontano il mio rapporto con la piazza […].
La ricostruzione dell’iter processuale è stata la parte più problematica, dal momento che le cinque istruttorie su Piazza della Loggia si snodano nell’arco di più di un trentennio. Sono partita dalla considerazione che per le stragi in Italia non c’è giustizia ma mi sono resa conto che questa constatazione è molto problematica, perché bisogna distinguere tra verità giudiziaria (alla quale ancora non si è giunti e probabilmente non si giungerà mai) e verità storica (accertata anche grazie al lavoro dei tribunali) […] Le indagini, che inizialmente (anche a causa di depistaggi) si erano concentrate sull’ambiente delinquenziale bresciano si sono faticosamente indirizzate verso le organizzazioni neofasciste attive in quegli anni e ad oggi ipotizzano che ideazione e realizzazione della strage siano ascrivibili a “Ordine nuovo”, formazione neofascista veneta con ramificazioni in tutta l’Italia, al cui interno vanno rintracciate le responsabilità delle stragi del periodo 1969-1974.
Il terzo filone tematico riguarda le vittime: il racconto di quella mattina fredda e di pioggia. Spaccati biografici così come sono narrati ne Lo Schiocco.
[…] Molti sono stati i timori di inadeguatezza legati alla difficoltà di rendere tramite una narrazione teatrale un tema tanto complesso e alla mia inesperienza (non ho alle spalle alcuna formazione sistematica ma solo alcuni laboratori teatrali). Ho cercato di mantenere uno sguardo personale, un punto di vista fortemente autobiografico: quello di una ragazza di 23 anni che con le sue incertezze e difficoltà vuole sapere di più sulla storia recente del suo paese.
Per me portare avanti questa ricerca risponde all’esigenza di dare un senso al mio presente, senza aspettare di diventare “grande”, di finire l’Università; risponde al bisogno di fare qualcosa di concreto per tentare di tradurre in pratica le mie idee.