Premio Scenario 2023 - 19a edizione | Progetto finalista
Scenario Festival 2023, 1-4 settembre
domenica 3 Settembre , ore 09:30 | DAMSLab / Teatro (streaming DAMSLab / Auditorium)
La costanza della mia vita
Segnalazione Speciale Premio Scenario 2023
di e con Pietro Giannini
produzione Fondazione Metastasio di Prato
con il sostegno di Scenario ETS e Teatro Due Mondi – Residenza per artisti nei territori, Faenza
PIETRO GIANNINI
via Antonio Cecchi, 11/9 – 16129 Genova
cell. 366 4752120
pietro.giannini00@gmail.com
Segnalazione Speciale Premio Scenario 2023
Motivazione della Giuria
Il linguaggio della favola, per intraprendere strade visionarie e tradurre in metafore accettabili una autonarrazione altrimenti insostenibile. Solo in scena, Pietro Giannini assume il punto di vista di un bambino di 9 anni per scavare le radici autobiografiche di una storia che riemerge con lo stupore di un racconto immediato, che spiazza e devia, confonde e trasfigura, nega e dissolve, affollando la scena di visioni evocate dalla sola parola, fino a svelare la verità di una frattura che precipita dall’universo fantastico per farsi squarcio di realtà.
La costanza della mia vita è uno spazio vuoto, abitato da una presenza scenica che si impone di per sé, senza orpelli né ausili scenografici, con il coraggio di una immersione nel profondo alla quale il teatro fornisce forse l’unica via possibile, consegnandola agli spettatori in una dimensione di sospensione temporale che si infrange d’un tratto nel ritmo implacabile di un timer a scandire il crescere di una tensione alla fine condivisa.
È così che l’esperienza del lutto diventa capacità di racconto.
C’è una famiglia che si sfalda lentamente. Ci sono due genitori, entrambi cambiati. C’è una sorella che è partita. C’è la Signora del pongo con i suoi omini cattura segreti, Paolo che ama dormire. E poi c’è un figlio, che è anche un fratello e che è un bambino, che racconta una storia in apparenza elementare.
La costanza della mia vita è il racconto di un costante processo di separazione famigliare, il tutto filtrato da occhi e orecchie ancora abituati alle favole. Il protagonista del monologo assiste inerme agli eventi che colpiscono lui e chi gli sta intorno, obbligandolo ad entrare precocemente nel complesso mondo dei grandi. Il flusso di coscienza che si consuma sul palcoscenico è dunque un goffo tentativo di comprensione, una disperata e infantile negazione di ciò che è stato, nonché una protezione verso l’esterno e le sue brutture.
Pietro Giannini nasce a Genova, città in cui inizia a fare teatro sotto l’ala protettiva di Enrico Campanati. Nel 2019 inizia il suo percorso di formazione artistica presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, dove partecipa a varie produzioni; tra queste: Il negativo e il positivo, con la regia di Massimiliano Civica, e Noi, gli eroi, con la regia di Valentino Villa.
Nel 2022, al termine del triennio di formazione, mette alla prova la sua penna nello spettacolo Come la marmellata che non mangio mai, con la regia di Liv Ferracchiati. Nell’anno in corso proseguirà la su ricerca teatrale sul palcoscenico di Romaeuropa Festival con lo spettacolo La traiettoria calante.